COMO IN SALUTE 2025 - MELANOMA E TUMORI DELLA PELLE

Data pubblicazione: 05/03/2025

Menaggio - Aula Magna Scuola Secondaria di 1 grado - Piazza Martiri delle Foibe

Relatori: dott.ssa Silvia Lovati, dott. Paolo Sergio Pavone

Moderatore: dott.ssa Amelia Locatelli

Tipologia evento: pubblico

Inizio evento: 11/06/2025 17:00

Fine evento: 11/06/2025 19:00

Data creazione: 05/03/2025

Data aggiornamento: 05/03/2025

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Cantù - Sala Convegni G. Zampese (c/o BCC Cantù) - Corso Unità d'Italia 11 Relatori: dott. Giovanni Corrado, dott. Franco Tettamanti, dott. Andrea Lorenzo Vecchi Moderatore: dott.ssa Erika Chiavenna
Il crescente impatto delle patologie respiratorie croniche, la necessità di percorsi integrati di cura e l’evoluzione delle terapie ventilatorie sono al centro del 1° Congresso Nazionale di Pneumologia Lariano, in programma il prossimo 9 maggio a Como nella Sala Lario dell’Hilton Lake Como. Un evento che si distingue nel panorama nazionale per essere il primo a coniugare, in modo strutturato, la pratica clinica ospedaliera con l’approccio riabilitativo respiratorio, promuovendo il confronto tra specialisti, ricercatori e operatori sul campo. Organizzato da Labor Evolution Srl, provider ECM accreditato, il congresso è coordinato dal dottor Giuseppe Vallo, responsabile della Riabilitazione Respiratoria al COF Lanzo Hospital in Alta Valle Intelvi. In quattro sessioni scientifiche, l’incontro affronterà le sfide più attuali della pneumologia: dalla gestione della BPCO grave alle nuove frontiere nella ventilazione non invasiva, dall’uso dei biologici nell’asma severa fino all’impiego dell’intelligenza artificiale per la personalizzazione dei trattamenti. Tra i dati più significativi, quelli del reparto diretto dal dottor Vallo: solo nel 2024, il COF Lanzo ha accolto 584 pazienti per patologie pneumologiche e cardiologiche; 309 di questi affetti da problematiche respiratorie, un terzo dei quali in condizioni cliniche gravi e con comorbilità complesse. La risposta terapeutica è stata rilevante: il 90% dei pazienti ha riportato un miglioramento documentato in termini di riduzione della dispnea e recupero dell’autonomia. In media, i pazienti sono stati in grado di aumentare di 65 metri la distanza percorsa nel test del cammino dei 6 minuti tra l’ingresso e la dimissione. «La riabilitazione respiratoria non è una fase accessoria del trattamento, ma un pilastro terapeutico, soprattutto per i pazienti cronici e fragili. Restituire capacità funzionale e autonomia significa ridurre il rischio di riacutizzazioni, migliorare la qualità di vita e, in molti casi, prevenire il ritorno in ospedale», sottolinea Giuseppe Vallo, che da anni lavora in un contesto dove la prossimità e l’efficacia dei percorsi riabilitativi sono fattori determinanti. Numeri che rafforzano il ruolo della riabilitazione respiratoria anche in contesti periferici o montani, come quello dell’Alta Valle Intelvi, dimostrando come una presa in carico multidisciplinare possa produrre risultati clinici tangibili anche in pazienti fragili e complessi. Il congresso vedrà la partecipazione di alcune tra le voci più autorevoli del panorama pneumologico nazionale, tra cui: Fabiano Di Marco (Presidente SIP-IRS, Bergamo), Dejan Radovanovic (Ospedale Sacco – Milano), Alberto Braghiroli (Humanitas Castellanza), Antonio Spanevello (ICS Maugeri – Tradate), Antonio Gabriele Iuliano (Busto Arsizio), Vincenzo Patruno (ASU Friuli Centrale – Udine), Anna Monzani (Monza), Andrea Aliverti (Politecnico di Milano), Stefano Ferrario (Ospedale Valduce) oltre allo stesso coordinatore Giuseppe Vallo. Il congresso, che ha ottenuto 7 crediti ECM, si rivolge a medici, fisioterapisti e infermieri ed è destinato a diventare un appuntamento fisso nel calendario della formazione pneumologica nazionale. Si allega brochure informativa, 
Il convegno, organizzato sotto la Direzione Scientifica del dott. Andrea Maresca, Primario di Geriatria presso ASST Lariana, mira a promuovere la collaborazione tra cardiologi, nefrologi, diabetologi e internisti.  Entro il 2045 si stima che il numero delle persone affette da diabete mellito tipo 2 (DM2) a livello globale arrivi a 700 milioni. La malattia renale cronica (MRC) rappresenta parimenti una problematica epidemiologica significativa, colpendo circa il 10% della popolazione mondiale. Il DM2 è peraltro una delle principali cause di MRC, con una prevalenza di nefropatia diabetica nel 30-40% dei pazienti con DM2. Infine, la prevalenza dello scompenso cardiaco è in costante aumento in pazienti con e senza DM2, con il suo fenotipo a frazione di eiezione preservata (HFpEF) stimato ormai costituire circa la metà dei casi totali di scompenso. La relazione epidemiologica fra scompenso cardiaco e DM2 (nota fin dal Framingham Hearth Study), come pure fra scompenso cardiaco e MRC (CRIC Study), riconosce una interconnessione fisiopatologica complessa fra queste patologie, con l’evidenza di alterazioni dei meccanismi neuro-ormonali ed emodinamici (cosiddetta “sindrome cardio-renale”). La natura eziopatogenica di questa sindrome, non solo nel suo fenotipo clinicamente manifesto ma anche nelle condizioni che sottendono la lunga fase preclinica (HFpEF, iperfiltrazione glomerulare…), sottolinea la necessità di un approccio clinico innovativo, trattando non solo le singole patologie ma intervenendo sui meccanismi di feedback negativo fra metabolismo, cuore e rene. Gli inibitori del cotrasportatore del sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2i) hanno dimostrato di abbattere il rischio cardiovascolare, migliorando drammaticamente gli esiti renali, in pazienti con e senza DM2. Le evidenze derivanti da RCT e studi di RWE suggeriscono ormai un concetto di utilizzo “olistico” di questi farmaci, dalla prevenzione cardiovascolare primaria a quella terziaria. L’iperpotassiemia è spesso condizionata dallo scompenso cardiaco associato da altre comorbidità come la malattia renale cronica e il diabete. Queste condizioni condividono diversi aspetti, sia per le caratteristiche del paziente spesso fragile, sia per l’uso che nel loro trattamento viene fatto con farmaci inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAASi). L’iperkaliemia è sicuramente una condizione patologica di interesse che si associa a debolezza, paralisi, aritmie e aumento del rischio CV. Oggi la gestione del paziente con iperkaliemia è avvalorato dalle linee guida ESC 2021 e KDIGO 2024 che dichiarano di trattare la patologia con i nuovi binders del potassio piuttosto che agire sulla diminuzione della terapia RAASi salvavita. Il progetto formativo mira a promuovere la collaborazione interdisciplinare fra cardiologi, nefrologi, diabetologi e internisti, focalizzando l’importanza sia del trattamento precoce con SGLT2i nei pazienti ad elevato rischio CV, sia l’ottimizzazione con gli stessi farmaci dell’armamentario terapeutico dei pazienti con pregresso evento cardio-renale. Attraverso sessioni di formazione interattiva, il convegno intende fornire ai Discenti gli strumenti per identificare precocemente i pazienti a rischio (iperteso, diabetico, nefropatico e scompensato) e discutere approcci terapeutici basati sull’evidenza scientifica oggi disponibile. Il focus principale è elevare la consapevolezza dei clinici sulla rilevanza della valutazione accurata del rischio CV e sottolineare l’importanza dell’approccio integrato, per ottimizzare la qualità della cura. Si allega la locandina, recante le modalità di iscrizione, totalmente gratuita.  L'evento si terrà presso la Sala Riunioni del nostro Ordine (Viale Massenzio Masia n.30, Como - piano secondo), il 17 maggio, dalle 08:45 alle 13:30.   

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